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Fondazione BFZ olnus - Casa Eden

Verso la realizzazione della Casa dell’autismo

Gli architetti Galli e Albani spiegano come sono stati suddivisi gli ambienti dell’ex Teatro Eden, tra spazi per l’inclusione e stanze singole

Sono entrati ufficialmente nel vivo i lavori che porteranno alla realizzazione della nuova casa per le persone con autismo che verrà realizzata negli spazi dell’ex Teatro Eden e che verrà gestita dalla Fondazione Bfz onlus. Le lavorazioni riguardano la demolizione del vecchio edificio situato proprio nel cuore della città. Una scelta non casuale, quella di collocare una struttura che farà del sociale il suo perno, proprio al centro di Vaprio D’Adda, nel cuore pulsante del paese.

La nuova “Casa dell’autismo”

Un’opportunità di dialogo tra gli ospiti presenti all’interno della struttura, che potrà rispondere al bisogno di 50 persone, inserendo 20 posti per la residenzialità e 30 – invece – per il centro diurno, e l’ambiente esterno. Dietro questa scelta, spiegano Franco Baroncini (presidente della fondazione nata nel 2018 per ricordare i due figli scomparsi Barbara e Furio nonché la moglie Zina) e Vittorio Caglio (direttore della Fondazione e della cooperativa sociale Punto di incontro che avrà un ruolo nevralgico nella gestione di questa realtà inedita).

C’è la volontà di favorire, attraverso la collocazione del nuovo centro al centro della comunità, la cultura dell’inclusione e farlo attraverso l’apertura di una struttura in grado di restare al passo coi tempi dal punto di vista della tecnologia e dei criteri green”
E’ prevista infatti l’introduzione di pannelli fotovoltaici capaci di soddisfare il fabbisogno energetico (ndr).

Il progetto

A progettare questa nuova realtà sono stati gli architetti Marco Galli e Fabio Albani, i quali hanno disegnato una struttura capace di marcare bene i confini che costituiscono il perimetro interno.

“Pur ripercorrendo genericamente l’idea dell’edificio precedente, vi saranno alcune differenze – hanno svelato Galli e Albani – In particolare, non sarà più presente la sporgenza al primo piano rispetto al piano terra, il fronte sulla via Mazzini proporrà una rientranza fino alla metà della lunghezza totale, per poi tornare adiacente al marciapiede, alla fine dello stesso edificio. Sui prospetti si noteranno, al piano terra, grandi vetrate che, da una parte ricorderanno l’ingresso della zona del bar dell’ex Eden, dall’altra garantiranno grandi quantità di luce per meglio svolgere le attività diurne del centro.

“Gli ingressi saranno tre: uno sul fronte della piazza della Chiesa che porta direttamente nel centro diurno, uno lungo il lato della via Mazzini, a metà dell’edificio, ed uno (passo carraio) alla fine dell’edificio stesso. Al piano interrato si troveranno gli ambienti di servizio, uno spazio per la riabilitazione e due ambulatori ad uso degli ospiti della comunità. Al piano terra vi sarà il centro diurno per disabili (Cdd), con spazi per attività dei ragazzi. Al piano primo sono state invece posizionate su due nuclei distinti e autonomi le camere delle due comunità, da 10 posti ognuno. Le camere saranno prevalentemente singole, con bagno attrezzato”.

“Al centro delle due unità ci saranno gli spazi per gli operatori e i due spazi di comunità per consumare i pasti e come soggiorno ricreativo per gli ospiti. Al piano secondo si troveranno due spazi per attività correlate e due terrazze giardino a copertura della struttura. Gli spazi verdi esterni garantiranno la più ampia sicurezza per i ragazzi, perché le pareti dell’edificio continueranno per tutto il perimetro dello stabile, creando un paravento”.

Aperta una raccolta fondi per aiutare a finanziare l’iniziativa

Il risultato, in altre parole, sarà quello di

“mettere a disposizione spazi funzionali capaci di contenere gli ospiti presenti in struttura facilitandone lo svolgimento delle diverse tipologie di attività”, spiegano Baroncini e Caglio.
Parole, le loro, che arrivano mentre è in fase di partenza anche la raccolta fondi che servirà a finanziare le opere legate agli arredi interni e la fornitura di attrezzature. Per la realizzazione del progetto nel suo complesso, hanno aggiunto gli stessi,
“siamo partiti da un capitale importante messo dalla Fondazione BFZ, grazie alla generosità della Famiglia Baroncini, con una parte che sarà invece coperta dai bonus statali previsti per questo tipo di opere (demolizione e ricostruzione)”.

La raccolta fondi servirà giocoforza alle opere di completamento soprattutto sul fronte degli allestimenti interni e gli arredamenti.
“attraverso la raccolta fondi la fondazione conta molto sulla sensibilità e il sostegno del territorio (aziende e privati) vista la rilevanza del progetto nel territorio dell’Adda Martesana sul piano sociale”, ha fatto sapere il presidente della Fondazione.

Progetto che comporterà una spesa di circa 5 milioni di euro e sarà completato entro la fine del 2024.

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