Negli spazi dell’ex Teatro Eden, che entro il 2025 ospiteranno la nuova struttura, sono in corso i lavori di demolizione del vecchio edificio
Lavori di demolizione sono in corso di svolgimento negli spazi dell’ex Teatro Eden e che entro il 2025 ospiteranno la nuova Casa dell’autismo. Una struttura voluta e realizzata dalla Fondazione Bfz onlus, la quale ha dato mandato ad architetti esperti e una società specifica, l’Artedil, con sede a Medolago in provincia di Bergamo, di costruire il nuovo edificio occupando proprio il cuore di Vaprio D’Adda, nel cuore pulsante del paese.
Cos’è la Casa dell’Autismo
A fornire dettagli su stato dell’arte e tecnicismi che fanno parte del progetto nel suo complesso è il titolare dell’azienda, Rocco Campennì:
“La nostra società nasce nel 2006 e si occupa di opere di rilevanza pubblica. Solitamente progetta e realizza opere. Si occupa altresì di gestirle per tutta la durata delle concessioni sulla base di un sistema di partenariato pubblico-privato. L’operazione “Vaprio” ci è veramente piaciuta, sia per la possibilità di fare un intervento di alto valore sociale, sia per gli aspetti legati alla rigenerazione urbana. Un vecchio teatro è destinato a diventare la casa per persone con autismo”.
Stavolta con una novità:
Andremo controcorrente rispetto alle attività di cui ci occupiamo di solito – ha affermato Campennì -. Nella maggior parte dei casi ci occupiamo di svolgere lavori per il settore pubblico. Questa volta siamo di fronte a una sfida intrigante perché legata ad uno scopo nobile”.
Le prossime Fasi del progetto
Artedil è formata da 46 dipendenti e circa 200 collaboratori esterni. Circa 60 di questi si andranno ad occupare dei momenti più intensi legati al cantiere della casa per autistici.
“Terminata la fase di demolizione, il cantiere di Vaprio sarà soggetta di un’opera di consolidamento delle parti con le quali di fatto confinerà la nuova struttura”.
Struttura che verrà consegnata nella seconda metà del 2025. Nella partita rientra anche il tema Superbonus, della cui cessione del credito si farà carico proprio l’Artedil. La parte restante spetterà invece alla Onlus. Caratteristiche a parte, la filosofia di base che appartiene al modus operandi dell’azienda non lascia spazio ad interpretazioni:
“Lavoriamo bene per far sì che gli edifici necessitino di minori interventi possibili – ha proseguito Campennì-. Questa è la logica con cui ci muoviamo. Dopo la demolizione che, come detto, è in corso d’opera procederemo con la realizzazione della struttura completamente in calcestruzzo che sarà un edificio Nzeb, ossia autonomo dal punto di vista energetico. Rispetterà inoltre i criteri ambientali minimi. La stessa sarà realizzata con materiale riciclabile e rappresenterà l’opportunità di dialogo tra gli ospiti presenti all’interno della struttura, che potrà rispondere al bisogno di 50 persone, inserendo 20 posti per la residenzialità e 30 – invece – per il centro diurno, e l’ambiente esterno”.
L’obiettivo del progetto
Dietro questa scelta, spiegano Franco Baroncini (presidente della fondazione nata nel 2018 per ricordare i due figli scomparsi Barbara e Furio nonché la moglie Zina) e Vittorio Caglio (direttore della Fondazione e della cooperativa sociale Punto di incontro che avrà un ruolo nevralgico nella gestione di questa realtà inedita).
“C’è la volontà di favorire, attraverso la collocazione del nuovo centro al centro della comunità, la cultura dell’inclusione e farlo attraverso l’apertura di una struttura in grado di restare al passo coi tempi dal punto di vista dell’impiantistica e dei criteri green (è prevista infatti l’introduzione di pannelli fotovoltaici capaci di soddisfare il fabbisogno energetico, ndr)”.
A progettare questa nuova realtà sono stati gli architetti Marco Galli e Fabio Albani, i quali hanno disegnato una struttura capace di marcare bene i confini che costituiscono il perimetro interno.